(F.B) Che differenza c’è tra la Svezia e la Svizzera? Nonostante possa sembrare l’inizio di una freddura da bar, una di quelle “qual è il colmo per…”, in realtà questa domanda nasconde uno dei più grandi dubbi per le persone di tutto il mondo.
Stando a quanto rilevato da MyTelescope, nel 2023 sono stati 85.000 gli utenti, in gran parte americani, che hanno interpellato Google chiedendo: “Svezia e Svizzera sono la stessa cosa?”
Dopo decenni di confusione però la Svezia non ha voluto più stare al gioco e ha lanciato la campagna “Welcome to Sweden Not Switzerland”. Accedendo al portale dedicato, curato dall’ente turistico svedese Visit Sweden, si approda sulla pagina web che fa chiarezza sulle differenze tra i diversi Paesi. Al centro, un sarcastico saluto degli scandinavi agli utenti del web: “Benvenuti in Svezia (non in Svizzera)”.
Fulcro della trovata pubblicitaria, i tratti distintivi che distinguono le due mete, tra l’altro distanti quasi un giorno solare di viaggio in auto l’una dall’altra. Marketing e velate critiche ai cliché si fondono in una dettagliata panoramica che presenta al lettore la Svezia e la Svizzera come due figure ai lati opposti di un ring. Se la Svizzera mette in campo la presenza delle riserve auree più grandi del mondo sul proprio territorio, la Svezia risponde con l’abbondanza di oro, sì, ma della foresta. È così che gli svedesi chiamano i finferli e invitano il turista a chiedere informazioni agli indigeni sui luoghi in cui poterne fare scorta in copiosa quantità e sicurezza.
Alle iconiche cime delle montagne svizzere, la Svezia ribatte con i tetti di Stoccolma, Göteborg e Malmö, definiti come “più facili da raggiungere e con un servizio migliore” e finendo con quello che in ambito pugilistico potrebbe essere definito un jab: “In Svezia, non hai bisogno di una montagna per raggiungere la vetta in un giorno”.
Il k.o. gli scandinavi lo regalano però alla fine, con beffardi paragoni tra la meraviglia naturale dell’aurora boreale svedese e quella artificiale delle proiezioni a Led svizzere, tra i suoni (definiti, in maniera piuttosto sarcastica, interessanti) di jodel, corni e campanacci tipici delle Alpi e il silenzio rigenerante della natura nordica. E, per ultimo, il colpo di grazia, critica velata anche in campo moda: le tendenze stilistiche elvetiche in cui la pelle è protagonista indiscussa stridono, secondo gli svedesi, con il concetto di modernità e, soprattutto, di sostenibilità.
Nel teatro del web, dove il pungente attira e stuzzica, la campagna piace, anche per una sorta di ancestrale voyeurismo. Solo che, perlomeno per quanto riguarda la Svezia, una delle due parti è consapevole di essere al centro dell’attenzione dello spettatore. Chissà se, similmente ai tanto attesi scontri sul ring tra magnati dell’era del Metaverso, la questione Svezia-Svizzera prenderà la piega del “botta e risposta”, già corroborato catalizzatore dell’ampio hype mediatico? Il guanto di sfida è stato lanciato, anche se non sappiamo ancora chi assaporerà la vittoria e, soprattutto, se avrà il gusto dolce del cioccolato o quello salato dell’aringa.
Immagine in evidenza: Oliver Schmid su Pexels
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