“Aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più!” è proprio il caso di dirlo quando si tratta di Home Restaurant.
Fenomeno iniziato nei primi anni 2000 a Cuba con le Case Particular si è poi diffuso intorno al 2006 in America, soprattutto a New York, fino a scavalcare l’oceano nel 2009 prendendo piede in Gran Bretagna e piano piano in tutta Europa.
In Italia, grazie ai social network, stanno nascendo ora i primi Home Restaurant.
Ma di cosa si tratta?
Come spiega perfettamente il nome, si tratterebbe di un ristorante che si “svolge” all’interno di un appartamento privato. Si aprono perciò le porte della propria abitazione a persone estranee.
Un’esperienza nuova per tutti coloro che sono stufi del classico ristorante e che vogliono immergersi di più nella vita quotidiana di quel luogo, assaggiare ricette tipiche e immergersi in un ambito familiare. Dall’altra parte una possibilità per aspiranti cuochi (i padroni di casa in questo caso) di mettere alla prova le proprie abilità senza dover investire un capitale.
Esistono due forme differenti di Home Restaurant:
Il social eating – il quale viene organizzato non solo a scopo di degustazione di prelibatezze, ma soprattutto per conoscere persone nuove e socializzare insieme con i padroni di casa che svolgono il ruolo di anfitrioni.
Il tourist eating – ossia cene organizzate per i turisti al fine di far scoprire i sapori locali.
Ormai sono numerose le piattaforme che riuniscono gli eventi di questo genere, basta iscriversi e il gioco è fatto! I prezzi variano, ma c’è un’ampia scelta per tutti i portafogli.
Anche in TV ormai, grazie sia allo Chef Locatelli sia allo Chef Alessandro Borghese, si sta conoscendo sempre di più questo fenomeno.
Ma sarà di passaggio oppure continuerà?
La maggior parte dei padroni di casa che organizzano questo tipo di eventi ammette che si tratta di un trampolino di lancio al fine di mettere qualcosa da parte, per poi aprire un vero e proprio ristorante.
Come sia, sia, farà curriculum!
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