Il fatto che il Codice Identificativo Nazionale (CIN) fosse ormai diventato un obbligo per tutte le strutture ricettive in Italia è risaputo, ma quello a cui non eravamo preparati è il fatto che la sua introduzione abbia creato non pochi disagi e rallentamenti per gli operatori del settore turistico. Andiamo quindi a fare il punto sulla situazione attuale, cercando di capire quanti sono i fortunati che hanno già ottenuto il CIN, quali sono le difficoltà per le nuove strutture, ma soprattutto come questo impatti sulle prenotazioni online.

Come i nostri lettori ormai ben sapranno, il CIN è un codice alfanumerico univoco che viene richiesto dalle autorità italiane per monitorare e regolamentare le strutture dedite all’ospitalità del nostro Paese. Ogni attività ricettiva, sia essa un hotel, un B&B o una casa vacanze, per ottenerlo deve fare domanda attraverso il portale dedicato gestito dal Ministero del Turismo, ovvero il Sistema di Gestione dell’Offerta Turistica (SGOT). Il termine ultimo per ottenere il CIN è stato fissato per il giorno 1 gennaio 2025.

Secondo i dati forniti dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) e Assoturismo, circa il 50% delle strutture ricettive italiane ha già ottenuto il CIN, tuttavia ci sono ampie differenze tra le varie regioni. Alcune come il Trentino-Alto Adige e la Basilicata, infatti, sono molto avanti, con rispettivamente quasi il 60% ed il 50% delle strutture in regola. Invece nel caso di altre, come la Campania, la percentuale scende drasticamente a circa il 35%, mentre alcune regioni, come il Friuli Venezia Giulia, si trovano ancora ben al di sotto della metà (15%). Questi numeri sono comunque in evoluzione, ma la situazione rimane variegata e complessa.

Il Ministero del Turismo fa comunque sapere che”è già disponibile la procedura di attribuzione di un CIN all’utente in automatico in caso di inerzia della Pubblica Amministrazione che sarà attivata dopo trenta giorni dalla segnalazione di anomalia alla banca dati”.

 

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Cosa vuol dire per una struttura ricettiva non essere ancora in possesso del CIN?

L’impatto sulle prenotazioni online è già evidente: i portali dedicati, come Booking.com e Airbnb, stanno iniziando a penalizzare le strutture che non sono ancora state censite con l’ottenimento del CIN. In particolare, alcune piattaforme stanno limitando la possibilità di pubblicare nuove strutture che non sono registrate con il codice identificativo. Questo sta creando dei disagi notevoli, soprattutto per le nuove aperture o per le strutture che, pur avendo iniziato il processo, non sono ancora riuscite a completarlo. A questo proposito Giambattista Scivoletto, fondatore del portale Bed&Breakfast.it, tiene a lanciare un appello: “Il sito del ministero dovrebbe chiarire che non è possibile registrare una nuova struttura direttamente nella Banca Dati Nazionale per ottenere il CIN e attualmente, infatti, proprietari e host devono seguire un processo in due fasi: prima registrare la struttura nella banca dati regionale ottenendo un Codice Identificativo Regionale (CIR), poi richiedere il CIN tramite il portale ministeriale utilizzando il CIR ottenuto. Una procedura non immediatamente chiara dalla lettura dell’art. 13-ter del D.L. 145/2023 che può risultare complessa e rappresentare un ulteriore ostacolo burocratico, specialmente per i piccoli proprietari o per chi si affaccia per la prima volta al mercato”.

 

L’invito a non aspettare l’ultimo minuto per richiedere il Codice Identificativo Nazionale

I portali più severi, come Booking.com, dichiarano di voler disabilitare la visibilità delle strutture non registrate, il che ridurrebbe drasticamente il ventaglio di scelta per i clienti, e la conseguente conversione in prenotazioni. Altri, come Airbnb, sembrano essere più flessibili e concedono un periodo di tolleranza in cui è possibile caricare il CIN senza penalizzare la struttura, ma solo per un periodo limitato. Tuttavia, non tutte le piattaforme sono altrettanto indulgenti, e questo sta generando incertezze per gli operatori. Scivoletto sottolinea come “È fondamentale che tutte le strutture ricettive siano informate dell’obbligo di richiedere il CIN e lo facciano quanto prima. I rischi di non conformità sono altissimi, e la mancanza del codice potrebbe comportare gravi perdite economiche e la sospensione dalle piattaforme di prenotazione online. Invitiamo tutti a non aspettare l’ultimo momento per adeguarsi a questa normativa fondamentale”.

 

Expedia chiede di indicare il Codice Identificativo Nazionale come dato obbligatorio per andare avanti nell'inserimento di una nuova struttura
Expedia chiede di indicare il Codice Identificativo Nazionale per durante l’inserimento di una nuova struttura. Per il portale si tratta di un dato obbligatorio, pena l’impossibilità di portare a termine la registrazione e la conseguente esclusione dal canale di vendita | Immagine: Screenshot, Redazione Il Tourista

 

Fermo restando che l’introduzione del CIN ha l’obiettivo lecito ed auspicabile di combattere l’abusivismo nel settore turistico, garantendo che tutte le strutture ricettive siano correttamente registrate e conformi alle normative italiane, tuttavia, dal punto di vista degli operatori, soprattutto per le strutture che stanno cercando di entrare nel mercato, il processo appare complicato e burocraticamente impegnativo. Non solo rallentamenti, quindi, ma anche problematiche legate alla procedura, che vanno a bloccare anche il processo di onboarding, cioè di inserimento nei portali delle nuove strutture ricettive che richiedono il CIN. In Umbria, ad esempio, si segnala che le pratiche di registrazione di strutture avviate due mesi fa non sono ancora state completate.

Questo ritardo può significare che una nuova struttura che desidera aprire oggi, potrebbe non essere visibile sui portali di prenotazione prima di un paio di mesi. Un’ulteriore complicazione in previsione di periodi delicati di alta domanda, come per l’800° anniversario della morte di San Francesco in Umbria o il Giubileo 2025 nel Lazio. Va da sé che se le strutture non saranno pronte per accogliere i turisti, ci potrebbero essere gravi danni economici e questo rallentamento rischia di diventare un ostacolo significativo per il settore, con impatti negativi sull’economia locale.

Sarà quindi fondamentale monitorare da vicino l’andamento della registrazione del CIN e la reattività delle piattaforme di prenotazione, per capire se ci saranno ulteriori aggiornamenti o modifiche alle politiche adottate, al fine di garantire la sostenibilità e la competitività del settore turistico.

 

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