VRO Summer Camp 2024: tra visori e metaverso si è parlato anche di turismo
Successo per la due giorni ad Assisi con Massimiliano Nicolini di Olimaint, la nostra redazione ha intervistato tre dei partecipanti per capire l'applicazione delle nuove frontiere digitali al settore turistico
(F.B.)Realtà aumentata, ambienti virtuali e approccio all’analisi dei dati hanno coinvolto i giovani presenti al VRO Summer Camp, la due giorni organizzata sabato 1 e domenica 2 giugno 2024 dal Comitato Davide Piampiano in collaborazione con Olitec. È stato Massimiliano Nicolini, Software Engineer – iA specialist, a guidare le sessioni definite più di addestramento che di informazione, portando tra le sale del Grand Hotel di Assisi il suo carisma e il suo sapere, frutto degli oltre venticinque anni a capo del dipartimento ricerca e sviluppo sulle intelligenze artificiali e VRO di Olimaint.
Per qualche informazione sull’esperienza e per comprendere l’utilizzo in campo turistico dei concetti e delle tecnologie alla base del VRO Summer Camp di Assisi, la Redazione de Il Tourista ha incontrato tre dei giovani presenti all’evento per rivolgere qualche domanda sull’iniziativa e raccogliere le loro impressioni.
Due giorni per incuriosire, una vita per approfondire
Ciò che è emerso, prima di tutto, è che gli argomenti trattati non possono essere trattati in maniera esaustiva nel giro di due giorni, ma che il campus ha posto basi che saranno approfondite con piacere da coloro che hanno toccato con mano tematiche che sembrano appartenere al futuro ma che, a ben vedere, sono già realtà. Una verità sconcertante è però che, in appena due giorni, è possibile realizzare una bozza di esperienza virtuale o immersiva, costruendo, codificando e portando tutto in mano al cliente finale (o, nel caso di un visore, anche davanti ai suoi occhi).
Lezione frontale, no grazie. Qui la partita si gioca in campo
“Abbiamo toccato con mano argomenti ed esperienze che probabilmente nella vita quotidiana non avremmo avuto modo di poter affrontare, anche l’uso del semplice visore – ci racconta Valeria, 27 anni, studentessa – ed è stata la giusta occasione per prendere dimestichezza con qualcosa che, anche se non subito, a breve sarà all’ordine del giorno. Il format è stato innovativo: non si tratta della solita lezione frontale sulle tecnologie, ma si passa rapidamente a una parte pratica dove ciò che conta è la messa in atto”.
E per il turismo? Tante le declinazioni, le potenzialità e le forme inedite
In riferimento al settore del turismo, il VRO Summer Camp di Assisi ha offerto la possibilità di capire come le tecnologie e gli strumenti messi in campo durante l’evento possano essere declinati e utilizzati nei processi di di prenotazione di una struttura ricettiva, valorizzazione di una destinazione e utilizzo da parte del turista durante il viaggio.
“Ciò che abbiamo approfondito durante il campus può essere applicato potenzialmente a tutti gli ambiti, compreso quello turistico – risponde Angelica, 23 anni, studentessa – e per quello che ho dedotto io, per il settore specifico sarà importante soprattutto la realtà aumentata. Per fare un esempio: inquadrando un monumento, una piazza o un generico punto di interesse della destinazione con un dispositivo (smartphone, visore o simili, ndr) sarà possibile sovrapporre contenuti digitali all’ambiente reale, riuscendo a vederne magari l’aspetto in determinati momenti storici o anche solo mostrando informazioni che arricchiscano l’esperienza del turista”.
Da quanto appreso durante l’intervista, durante il VRO Summer Camp è stato dato spazio anche a un tipo di turismo inedito, concepito espressamente per coloro che, impossibilitati a muoversi o a viaggiare, possono comunque visitare destinazioni in maniera quanto più vicina al reale possibile. I soggetti in questione vengono calati in una realtà che viene definita immersiva (avevamo parlato delle differenze tra realtà virtuale, aumentata e immersiva durante l’intervista al Prof. Gervasi e al Prof. Perri dell’Università degli Studi di Perugia) capace di catapultare il soggetto in ambienti e luoghi che altrimenti non avrebbero modo di vedere, apprezzare e, in un certo senso, vivere”.
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Ancora c’è tempo, ma la rivoluzione del Web3 è già alle porte
Parlando dei tempi di realizzazione e affermazione, una vera e propria rivoluzione, chiamata in gergo tecnico “Web3” e consistente in una versione più sicura della rete, inizierà nel 2030. “Personalmente penso che sarà un percorso molto più lungo – dichiara Angelica – anche perché noi giovani cominciamo ad approcciarci adesso a concetti come realtà virtuale, realtà aumentata e metaverso che restano ancora totalmente nuovi. Proprio noi (i partecipanti del campus, ndr) che abbiamo avuto modo di sperimentarli in maniera teorica e pratica, a fine corso siamo stati chiamati a farci portavoce e promotori tra coetanei e persone vicine che spesso sono vittima della tanta disinformazione che c’è in giro. Il messaggio è semplice: ciò che sembra lontano nel tempo è praticamente già alle porte”.
Ma, al di là dei concetti, che effetto fa una full immersion di due giorni in una realtà diversa da quella reale? Lo chiediamo a Edoardo, venti anni, che ci rivela di aver vissuto questa esperienza “in maniera particolarmente forte, sentendomi parte attiva di ciò che facevamo. In pochissimo tempo sono entrato nel mondo virtuale nonostante fosse una realtà con piuttosto sconosciuta. Un aspetto interessante è che per partecipare non è richiesta una grande preparazione su informatica e tecnologia perché Massimiliano Nicolini ha un metodo basato sull’approccio pratico: basta mettere il visore e seguire le istruzioni che vengono impartite per catapultarsi in un mondo tutto da scoprire e iniziare subito a imparare”.
Alla fine dell’incontro, i tre partecipanti si dicono concordi sul fatto che le varie realtà aumentate, immersive e virtuali non potranno mai sostituire l’esperienza diretta, composta principalmente da emozioni e sensazioni non replicabili. E non solo: secondo Valeria, Angelica ed Edoardo, la tecnologia non sostituirà mai nemmeno il rapporto umano, poiché incapace di creare relazioni autentiche e durature. Dichiarazioni del genere fanno comunque tirare un sospiro di sollievo e, anche se l’incessante e inarrestabile progresso digitale spesso può far paura, dimostrano che con la giusta formazione, la tecnologia può regalare risultati straordinari. Sempre però che sia ben controllata.
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