E’ innegabile che negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale ha fatto enormi passi avanti, cambiando in molti modi il modo in cui le aziende gestiscono le operazioni di routine.

Il settore dell’accoglienza non è da meno, moltissimi sono le strutture ricettive che stanno adottando soluzioni basate sull’IA per migliorare l’esperienza dei propri clienti e renderla più interessante, come ad esempio i robot presenti all’UnaHotels One di Siracusa.
Li abbiamo visti in azione come Butler e come Diner ma se l’IA riuscisse a rivoluzionare anche il ruolo del receptionist?

Io stessa lavoro al front desk e devo ammettere che le azioni che si svolgono in accoglienza sono molto ripetitive e meccaniche: accoglienza, chiavi, spiegazioni generali…fine.
Puoi scambiare quattro chiacchiere ma, fidatevi, che quando siete in periodo di alta stagione a malapena riuscite a respirare.

Con l’IA però molte di queste azioni possono essere automatizzate.
Ogni Hotel o B&B utilizza dei gestionali per poter controllare le prenotazioni e tenersi al passo con la contabilità, se questi fossero attaccati direttamente ad una intelligenza artificiale potrebbero essere usati per velocizzare quelle azioni ripetitive consentendo a i receptionist di concentrarsi su compiti più complessi e interazione ad alto valore con i clienti.
Potrebbero gestire le registrazioni dei visitatori, fornire indicazioni sull’alloggio o sui luoghi da visitare, rispondere alle domande più frequenti e persino prenotare appuntamenti.

L’AI infatti non può, almeno per ora, sostituire in toto un essere umano, e l’abbiamo già visto tramite degli esperimenti con ChatGPT nell’ultimo articolo (Intelligenza Artificiale e turismo), perché l’empatia e il contatto diretto sono fondamentali.

Può essere però un plus, renderebbe il servizio rapido, efficiente e volendo anche personalizzato. Per non parlare poi della sicurezza e controllo degli accessi sia per le persone che lavorano all’interno della struttura sia per i clienti.
Tramite le nuove tecnologie come il riconoscimento facciale e di identificazione solo le persone autorizzate potrebbero accedere alla struttura e contribuirebbe anche a proteggere i dati sensibili e rispettare le normative sulla privacy.

Ovviamente la soluzione vincente è la modalità ibrida, essere umano e AI dovrebbero lavorare di pari passo, l’AI deve avere il compito principale di migliorare il lavoro dell’uomo, non di sostituirlo.

 

 

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