Una fuga di dati da Google svela come funziona l’algoritmo interno di ricerca, importanti i risvolti per i siti delle strutture ricettive
I documenti trapelati a fine maggio scorso hanno evidenziato alcuni aspetti spesso trascurati da gran parte dei siti in rete e che, specie nel settore turistico, possono davvero fare la differenza
(F.B.) È stata la fuga di dati sull’algoritmo interno di Google avvenuta il 27 maggio scorso a confermare una verità che già era nell’aria: nel settore dell’ospitalità e dei viaggi, per avere successo nel noto motore di ricerca non basta più la sola produzione di contenuti di alta qualità.
I documenti trapelati per mano di Erfan Azimi, professionista della SEO (la disciplina che regola e migliora la scansione la presenza sui motori di ricerca e che rende più facilmente reperibile una risorsa sul web) e caricati sulla piattaforma GitHub hanno infatti evidenziato alcuni aspetti spesso dimenticati o trascurati da gran parte dei siti in rete e che, specie nel settore turistico, possono davvero fare la differenza.
Le misure contano: CTR e interazione degli utenti
La percentuale di clic (in gergo, CTR) e le interazioni degli utenti hanno un ruolo fondamentale nel determinare la posizione tra i risultati di ricerca. I documenti coinvolti nella fuga di dati rivelano che l’algoritmo NavBoost di Google utilizza i dati del flusso di clic per valutare il coinvolgimento degli utenti. Da qui è possibile comprendere quanto contenuti accattivanti e un design intuitivo del sito siano cruciali per mantenere vivo l’interesse dell’utente. Il numero di clic e interazioni potenziali ringrazieranno.
Il dominio dei veterani vince su tutti
Ufficiale e confermato: per ogni anno che passa, i domini registrati rafforzano il loro stato e ottengono un vantaggio nelle classifiche di ricerca. La documentazione trapelata indica che l’età del dominio è effettivamente un fattore che contribuisce al ranking e al consolidamento della posizione della struttura sul web.
Il sottodominio chiede emancipazione
Secondo quanto emerso e contrariamente alla posizione pubblica di Google, i sottodomini vengono trattati da Big G come entità separate e non come estensioni del dominio principale. Tradotto: se il sito della struttura ha uno o più sottodomini, magari per differenziare servizi come ristorante o SPA, o per ospitare landing page dedicate a campagne o promozioni, ognuno di essi deve costruire in modo indipendente la sua autorità che sarà indipendente e diversa dal sito (e dominio) principale.
Largo ai giovani? No, Big G li confina nella sabbiera
Sfatato il mito del sito che un sito nuovo e fresco goda dell’appoggio di Google. Perlomeno, non subito. I nuovi siti web spesso affrontano sfide di posizionamento, note come effetto “Google Sandbox”: ogni nuova realizzazione viene monitorata attentamente prima di poter competere per le prime posizioni così da garantire qualità e affidabilità dei risultati.
Sito aggiornato, sito indicizzato
La documentazione resa pubblica il 27 maggio chiarisce che l’aggiornamento regolare dei contenuti mantiene il sito web pertinente e visibile agli algoritmi, garantendo priorità nel processo di indicizzazione di Google.
Quel collegamento che fa la differenza
La pratica del link building era già nota da tempo e sembrava quasi superata. Ma Google rilancia e smentisce: un’infrastruttura di collegamenti di alta qualità provenienti da fonti affidabili e pertinenti aumentano significativamente l’autorità del sito, sia esso personale che professionale. Attenzione però perché il troppo stroppia: l’acquisizione di collegamenti dovrebbe essere costante per evitare penalità per la velocità di collegamento innaturale.
SEO = Sì, È Ora (di farla)
Le pratiche di ottimizzazione di ogni singola pagina ed elemento del sito web rimangono la base più solida che esista per ottenere buoni riscontri in termini di ricerca.
Aspetti come l’architettura del sito, il posizionamento dei contenuti e il layout della pagina garantiscono che le informazioni più importanti siano facilmente accessibili, migliorando in maniera significativa sia l’esperienza dell’utente che l’indicizzazione dei motori di ricerca.
Ammazza che sito…
Se da un lato abbiamo già chiarito l’importanza di un buon CTR (tasso percentuale di clic), dall’altro è d’uopo parlare della User Experience. Dietro al termine sta-abusato divenuto ormai l’ onnipresente cliché di chi si vuol fare la bocca grossa, c’è un mondo. Un insieme di concetti, interazioni e principi degni di un architetto la cui professione non si può di certo improvvisare.
Un sito intuitivo, veloce e coinvolgente fa sì che gli utenti interagiscano con i contenuti. E questo a Google piace.
L’autenticità premia (e ci rende pure più comprensibili)
Scrivere solamente in un’ottica SEO friendly è una captatio benevolentiae piuttosto sgradita a Google. Inutile riempire le pagine di parole chiave buttate lì a casaccio o creare pagine in cui tutti i (presunti) termini di ricerca sono messi in fila in stile lista della spesa. A Big G importa che il sito sia comprensibile per il visitatore e questo è quanto. Niente scorciatoie quindi e niente trucchetti da salotto: toni naturali, informazioni chiare e massima autenticità faranno da traino a un buon posizionamento nei motori di ricerca. La struttura ha ospiti internazionali? Bene, anzi, molto bene: un sito multilingue sarà un ottimo alleato insieme a condizioni di prenotazione precise e dati della struttura riportati in maniera puntuale.
La diffusione della documentazione dell’API di Google ha sicuramente rappresentato un rilevante caso di fuga di informazioni che fa riflettere, o almeno dovrebbe, sulla sicurezza dei tanti dati online e sull’impressionante velocità con cui questi possono essere divulgati, in maniera lecita o meno. Il lato positivo però c’è ed è rappresentato dai preziosi spunti in grado di aiutare gestori e proprietari di strutture ricettive (ma anche, se vogliamo, imprenditori in altri settori) a comprendere come funziona l’algoritmo di ricerca interno di Google. E soprattutto, puntando su contenuti di alta qualità, aggiornamenti regolari, creazione di collegamenti strategici ed esperienza utente, a rendere il sito della propria attività competitivo e ben posizionato nella sfida quotidiana all’ultima ricerca.
Immagine in evidenza di cottonbro studio
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